sabato 3 ottobre 2009

Arrestata illegalmente nelle philippina con l' indifferenza di tutti rischio 15 anni di prigione



Sul Messaggero del 09 Novembre 2008, a firma Francesca Filippi, è uscito un articolo intitolato “segregata a Manila per amore di un orfanello”, dove si racconta la storia di Stefania Fedele, 49enne romana, una vita dedicata alla solidarietà, soprattutto verso i bambini, rimasta letteralmente per molti mesi in ostaggio di una giustizia, quella filippina, che troppo spesso è permissiva verso chi ha fatto del traffico e dello sfruttamento dei minori una vera professione mentre è implacabile con chi, in buona fede, commette un errore.
L'articolo racconta di come Stefania, arrivata nelle Filippine per aiutare i bambini delle favelas della capitale, trovi in un ospedale Enric, 7 anni, rimasto orfano di padre e di madre, di come tra loro sia stato subito amore, di come Stefania abbia preso questo bambino e lo abbia nutrito, allevato, fatto studiare (oggi Enric parla perfettamente inglese, italiano e filippino) e sottratto a quello che nelle Filippine è uno dei maggiori business, quello della prostituzione infantile.
Ma racconta anche di come, a causa di questo amore, Stefania si sia improvvisamente trovata in un mare di guai proprio con quella giustizia filippina per cui tutto è possibile ma non amare incondizionatamente un bambino. E' Stefania stessa a raccontare quanto avvenuto ai cronisti del Messaggero che le hanno telefonato una volta appreso della storia, una storia che noi di Secondo Protocollo seguiamo quotidianamente ormai da molto tempo anche perché Stefania è una di noi, una preziosa collaboratrice nella lotta alla pedofilia e al traffico di minori.
In poche parole (ma la storia è un tantino più complessa) per poter iscrivere Enric ad una scuola, naturalmente filippina perché Stefania non lo vuole nella maniera più assoluta sradicare dalla propria terra, il bambino deve essere battezzato. Enric non ha niente, nè un certificato di nascita, né un parente in vita che possa riconoscerlo, un essere praticamente invisibile, cosa assai frequente nelle Filippine e principale causa del dilagante traffico di minori. Così per iscriverlo a scuola alcuni religiosi della chiesa vicina all'abitazione di Stefania lo hanno battezzato con il cognome di Stefania. Nelle Filippine questo è perfettamente regolare, oltretutto l'operazione avviene alla luce del sole tanto che nell'ultimo censimento fatto dalla Stato Filippino Enric viene censito come “Enric Fedele”. Di fatto il bambino risulta essere, dal certificato di battesimo e di nascita, figlio di Stefania.
In effetti, come testimonia Franco Londei, presidente di Secondo Protocollo, che ogni giorno parla al telefono con Stefania e con Enric, il bambino considera la donna sua madre a tutti gli effetti, la chiama mamma, fa le marachelle per cui viene messo in castigo, non si addormenta la sera se Stefania non è li con lui, insomma ha un rapporto con Stefania equivalente (se non maggiore) a quello che un figlio ha con la madre naturale.
I problemi per Stefania ed Enric iniziano nel marzo scorso quando la stessa Stefania ha bisogno di una proroga del suo permesso di soggiorno e si affida ad un sedicente funzionario dell'immigrazione che si rivelerà poi un losco individuo, il quale cerca di incastrare Stefania, con la complicità della polizia, dopo averle consigliato di mettere Enric nel proprio passaporto. Lo scopo è il solito: estorcere denaro al ricco occidentale. Viene organizzata una vera e propria imboscata dove, ingenuamente, Stefania cade. La donna viene arrestata per falsificazione di documenti ma si ventila addirittura il traffico di bambini, accusa che comunque cade immediatamente.
Qui lo sfogo di Stefania al giornale Il Manifesto..



“In un mondo dove si perdona tutto a tutti, si danno attenuanti a chi non dovrebbe averle io sono qui ancora ad aspettare non un condono, non una grazia, ma, solo una risposta dal ministero, e dall’ambascita. Ho dedicato la mia vita ad aiutare chi meno fortunato di me, aveva bisogno di una mano, da sola, senza mai chiedere niente a nessuno. L’ho fatto con piacere e forse anche perchè faceva bene anche a me. E forse per ringraziare un Dio il quale a me aveva dato tutto. Possibile mai che in italia, si deve uccider un genitore, si deve investire ed uccidere ubriachi, un passante per essere ascoltati ?? Io non sono capace di farlo, io appartengo a quella schiera di persone che spinte dal buon senso credono che la solidarietà sia un valore da conservare gelosamente ed andarne fieri.
La mia storia, è la storia di tante persone che silenziosamente, portano avanti fiere, la voglia di cambiare il destino di chi da solo non ci riesce. E questo è il motivo per cui ora mi trovo in un mare di guai, molte volte ho affrontato difficoltà, sono stata in Thailandia ad aiutare la povera gente che dopo lo tzunami aveva perso tutto, sono stata in Brasile a portare conforto a bimbi che senza speranza e con la morte nel cuore, si vendevano per un pezzo di pane e per una manciata di colla da sniffare (Cravinhos - Brasile nel 2006 Attività educative per i bambini di strada. aiutareibambini.it ). Ho visto bimbi lavorare 20 ore al giorno e costruire mattoni sotto un sole cocente in Cambodia, ed anche li c’ero!!!! Ho pagato scuole a bambini che non rivedrò mai più, ho dato loro una speranza, l’ultima chance… quella che non si sono mai potuta permettere. L’ho fatto in silenzio, come 100.000 altre persono ignorate solo perchè non uccidono, non molestano, non violentano, non fanno le stragi del sabato sera. Questa è la nostra bella Italia, e voi ci state bene???? Sì, vi alzate la mattina andate a far finta di lavorare, accendete il vs computer e a spese dell’ente che vi paga, cercate la vs anima gemella su internet, poi andate durante la pausa pranzo, vi fate la vs bella storiella a pagamento e la sera quando tornate a casa, siete pronti a commuovervi davanti a storie pietose come la mia…… ma attenzione, solo davanti al televisore… molte storie le avete sotto gli occhi ma, aimè, se la tv non ne parla… sono invisibili, proprio come la mia in questo momento…. ed è per questo che ora sto cercando un po di visibilita’…. solo per mattermi al riparo da tutto quello che mi sta accadendo, perchè so che solo così forse potrei avere una risposta da quegli organi competenti. Io in un attimo, mi sono giocata la mia vita ho perso tutto, lo rifarei 100, mille altre volte, per vedere il sorriso sul volto di quello che ora chiamo mio figlio… Enric. Non ho più una casa, non ho più una lira, sono malata, sola e abbandonata!!!! Può bastare???
Se ci pensate ora a tutti gli effetti ho la “patente”, il benestare dalla stampa e opinione pubblica…., posso commettere un reato, avrei tutte le attenuanti, farei fare un sacco di soldi alle varie porta a porta, matrix , vita in diretta, si parlerebbe tanto di me, la sera a casa le famiglie finalmente avrebbero qualcosa di cui parlare e dimenticherebbero i loro problemi, ora in tv c’e solo il processo di perugia, uff, dopo un po stanca e poi senza pubblicita’… solo due ubriachi che investono e uccidono i soliti motorini…. che palle stò film lo ho già visto ……, ma non credo che lo farò, troppo comodo, troppo facile, preferisco di piu togliermi la vita pensando di non voler più vivere in un mondo stupido come questo. Grazie ancora per avermi ascoltata…… potete reagire se volete, …aiutarmi….. ma attenzione, non distraetevi troppo

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